Il torneo non propone di misurarsi a seconda del livello, selezionando le squadre al fine di proporre una sfida "equa" e "livellata". La partita non viene realizzata per il pubblico, abituato nel nostro tempo al ruolo di spettatore di una prestazione, per la quale è spesso portato a pretendere una assoluta "parità", ma per il gioco in sé, nel suo senso pedagogico più proprio, in cui "lo spettacolo" consiste nella messa in campo delle differenze e nel misurarsi con esse.
L'idea è quella di poter fornire un luogo, che diventa lo spazio temporale della durata del torneo, in cui tutti coloro i quali non sono sportivi ma giocano il calcio, possono formare una squadra e misurarsi in una partita non agonistica ma comunque combattuta che vedrà nel suo finale uno sconfitto e un vincitore. Gli incontri, pensati e realizzati ad hoc, saranno l'occasione per creare un momento di festa, di incontro comunitario, di partecipazione collettiva attraverso lo sport come momento ludico.
É importante sottolineare che l'ideazione, la progettazione e la realizzazione dell'evento, rappresenta già un obiettivo raggiunto, in quanto è il risultato dell'incontro di alcuni attori della comunità grossetana che si occupano di salute, integrazione sociale, diritti di cittadinanza, assistenza, promozione sportiva e promozione culturale del territorio. Abbiamo creato un gruppo di lavoro che di mese in mese e poi di settimana in settimana, si è conosciuto e ha collaborato per trovare le risorse necessarie per sostenere l'evento che è diventato un vero e proprio progetto.
L'auspicio del presente progetto non è una "sensibilizzazione" a determinati temi umani, ma vuole, cosciente della propria ambizione, poter essere l'inizio di una tradizione calcistica per il territorio che incarna, piuttosto che mostrare, i propri intenti etici.