La loro integrazione con la comunità locale è stata tuttavia difficile: dapprima a causa delle differenze linguistiche e poi da quelle culturali.
L’opinione pubblica è stata (ed è tutt’oggi) spesso critica nei loro confronti, perché li vedeva stanziare nelle panchine di Via F. Ferrucci, soprattutto nelle ore serali, senza nessuna particolare occupazione. In questo contesto, è nata e si è sviluppata sempre più la convinzione che i migranti siano inoperosi, oziosi, indolenti e irriconoscenti verso la comunità che investe risorse per la loro accoglienza. Diversamente, in molteplici occasioni, i ragazzi hanno dimostrato grande volontà e disponibilità a partecipare ad attività manuali come il giardinaggio e opere di manutenzione che considerano momento di integrazione e svago.
Difatti, queste attività sono per loro il mezzo per uscire dalla routine quotidiana e confrontarsi con persone e situazioni diverse, oltre che la possibilità di mettere a frutto le proprie competenze acquisite nel settore edile, meccanico, agricolo e delle pulizie.
Ecco il perché di INTEGRAZIONE PULITA: contribuire al processo di integrazione dei richiedenti asilo attraverso attività volontarie di manutenzione dello spazio pubblico. Lo straniero accolto nel nostro Paese deve essere e deve sentirsi parte attiva per il bene della comunità che lo ospita, condividendone i valori di legalità, libertà, partecipazione e solidarietà. In più, le attività di volontariato hanno l’obiettivo di superare la condizione di passività del migrante, motivo di esclusione sociale ma anche di mortificazione della dignità della persona costretta all’inattività.